Mazoyeres Chambertin grand cru 2014

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climat di grande prestigio, adiacente ad altro grand cru della denominazione, quello di “Charmes-Chambertin”; il vigneto è posto il leggera pendenza, a circa 280 metri d'altitudine ed è composto da viti frutto di una selezione massale, piantate su un terreno argillo-calcareo, con una densità di impianto di 10 mila ceppi per ettarononostante la prossimità con Charmes, questo intrigante vino, possiede proprie caratteristiche, molto differenti dal dirimpettaio, perché il suo terroir è influenzato dalla Combe Grisard. Dei grand crus di Gevrey-Chambertin è quello che maggiormente incarna un’anima forgiata da una seducente articolazione e complessità estrattive (da intendersi nel senso della estrema ricchezza gusto-olfattiva della materia che lo contraddistingue), che instillano nel degustatore spunti ed innumerevoli sfaccettature sulle quali soffermarsi; si candida come un vino estremamente adatto a svolgere il suo grande potenziale in un arco ampio di affinamento; secondo la vulgata, sebbene sia più piacevolmente profumato dello “Charmes-Chambertin”, questi due grand crus sono quelli che incarnano al meglio i sostantivi di seduttività e purezza dell’intera denominazione; Il domaine Taupenot Merme possiede una parcella nei “Mazoyer” di 0.86 ha (frutto del missaggio di due parcelle: la prima, di 0.85 ha con vigne piantate nel 1959, e la seconda, di 0.0035 ha, con vigne del 1958) dislocata su un terreno ghiaioso e poco profondo, su cui insiste un vigneto dall’età media di circa 50 anni. Il lavoro in vigna è improntato all’osservanza dei dettami del biologico. Quanto al metodo di lavoro in vigna, la raccolta delle uve è manuale e dopo una rigorosa cernita, le bacche vengono poste in vasche in cui sostano 8-10 giorni a 10 gradi crica per una prima macerazione a freddo; successivamente, macerano per 18-23 giorni in vasche d'acciaio termoregolate, con follature e rimontaggi cadenzati a seconda della natura del millesimo; segue poi un decuvage manuale, senza pompaggio; segue poi l'assemblaggio en fute de chenes, una fermentazione malolattica, un soutirage ed una leggera addizione si solforosa, e, successivamente segue l'elevage in piece nuove tra il 40 ed il 50 per cento, a seconda del millesimo, per 15-18 mesi, al termine del quale non si procede nè a collage nè a filtrazioni. Versione '14 che abbiamo voluto riproporre perchè, in sede di verticale presso il domaine, ne abbiamo apprezzato una sorpredente ridondanza qualitativa, che questo “prima fase di affinamento” le ha donato; ci è parso irresistibile e ve lo vogliamo riproporre (abbiamo già ribadito più volte di avere un debole per la purezza della 2014). Non tratteniamo l'entusiasmo per questo prodotto dei Merme. L'ultima degustazione (gennaio 2018) di questa annata ci ha evidenziato un mood contestuale olfattivo di grande serietà ma, al contempo, di debordante vivacità: un vero e proprio sciame di bacche nere e rosse quello che si abbatte nelle mucose, adagiati in un delicato contesto di terra umida e note di cuoio; grande naso, bello per intensità oggi, domani, ne siamo certi, anche per ulteriore e variegata complessità; bocca che sta cercando la via di un sontuoso equilibrio, e sta già percorrendo la direzione corretta: palato ricco, amplificato sulla frutta boschiva, quindi piccole bacche selvatiche di bosco, che guizzano senza sosta, e tratteggiano un estratto di grande densità e sensualità, sobrietà ed eleganza; il tutto, declinato in un corredo tannico di pregevole fattura complessiva, e, soprattutto, in una goduriosa sensazione di generale opulenza gustativa; è la vivida corrente sapida, che ne percorre il sorso, la responsabile di traghettare tanto frutto e confluisce in un finale di rara intensità, superbo, ancora intensissimo; espira profondissimo in retrolfatto, da cui sgorgano ancora, instancabili, sbuffi golosi di ribess rossi e neri. Entusiasmante, e sulla via di una definizione che immaginiamo davvero grande. Apogeo di consumazione: [2020-2024]