climat topico, ultra-rappresentativo e super interessante sulla ancora, a torto, troppo sottostimata dai grandi riflettori, Santenay, fonte di pinot noir sudisti, invece, di grande interesse e rapporto qualità-prezzo; soprattutto quelli che abbiamo scelto da sottoporre al nostro pubblico, provenienti dalla parcella più nobile, vasta ed ispirata della aoc, estesa per 29.47 ha complessivi, a nord della denominazione, posta ad una altitudine di circa 250 mt, esposta a sud-est. Il vino che ne scaturisce è celeberrimo per la sua ascendenza fruttata, che lo rende uno dei nostri "must buy" in assoluto, che garantisce una tenuta nel tempo ragguardevole e che ci entusiasma per il suo abbondare di piccoli frutti rossi dalla inconfondibile fittezza gustativa (ciliegia scura, stuoli di ribes nero e rosso, cassis e mirtilli neri di bosco). Bruno ne coltiva 38a e 60ca su suoli argillo-calcarei su cui troneggia un sostrato sabbioso; lotta ragionata in vigna, tavola vibrante per la cernita rigorosissima e cuvaison di due settimane con intervento minimale; 12 i mesi in botte piccola di maturazione e successivi 6 mesi en cuve. La versione '17, assolutamente diraspata, ci ha entusiasmato letteralmente (e ne abbiamo fatto ampia scorta ad uso personale): naso intensissimo, vibrante, coinvolgente, con tutta questa frutta densa dal sapore meravigliosamente solare, meridionale oseremmo dire, di quelle latitudini; bocca subito sferica, ampia, estremamente goduriosa, dalla beve quasi irrefrenabile e compulsiva, dai tannini saporosi, fittamente puntinati e masticabili. Vino di grande potenziale e temperamento, che deve la sua cifra alla estrema piavevolezza di sorso. Da beva compulsiva. Apogeo di consumazione [2020-2025]