Puligny Montrachet 1er cru Clos de la Pucelle monopole 2017

  • Jean Chartron
  • 2017
  • Premier cru
  • Vitigno : Chardonnay Chardonnay
Pagamenti sicuri al 100%
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la vigna costituisce un monopole di 1.16 ha di proprietà della famiglia Chartron, risalente al 1917; cinto da un muretto a secco per buona parte del suo perimetro, il parco vitato, risalente al trentennio 1950-80, è geolocalizzato a circa 240 mt d'altitudine, con esposizione ad est, in stretta aderenza con la parcella del monumentale climat del Batard Montrachet. I suoli, di matrice prevalentemente argillosa, sul quale giace uno stuolo cospicuo di sassi, approssimano, da vicino, la tessitura granulometrica del grand cru limitrofo; la matrice identitaria di questo 1er cru è storicamente riconosciuta tra le massime espressioni tra i pari grado dell'intera denominazione, se non, addirittura, il più ispirato, al punto da costituire, molto spesso, un autorevole termine di paragone per misurare qualitativamente gli altri 1er cru di Puligny; il liquido estratto dalle uve di questa parcella possiede un'intrinseca esplosiva dirompenza espressiva e, nelle annate concepite per allungare nel tempo, il dna del suo aristocratico estratto manifesta una texture materica da pedigree di razza purissima; inoltre, è solito contraddistinguersi per un'anima delicatemente femminea, una verve fresca di prim'ordine, e per la presenza di nuances nette di pesca bianca e mandorla fresca, nonchè per la presenza di una sapidità di matrice marina fortemente identitaria. La versione '17 si svela scintillante di luminosità nel bicchiere, donando un impatto visivo degno di un'annata generosa e carismatica qual'è la '17; il naso è aggraziato ed intenso, proprio come nelle annate più idilliache, ed è, al solito, estremamente floreale, evocando distese dense di odorosi piccoli fiori bianchi di campo, scossi da un cielo primaverile, scompigliato da un vento carezzevole; in seconda battuta, emerge la frutta bianca, l'eucalipto, il sale marino e la cera d'api; l'ingresso in bocca resta a lungo nella memoria: infatti, di rado abbiamo avuto l'impressione di cogliere, a questi decibel d'espressività, la trasfigurazione struggente dell'anima di questo terroir; il palato è solcato dalla percezione di deliziose pesche polpose a pasta bianca, mandorle croccanti fresche, ed un incedere minerale ampio, stratificato, profondo; finale che decelera lentamente il suo inabissarsi nel cavo orale e riemerge, in retrofatto, in mille venature espressive, sfuggenti nella loro identificazione, solo per un degustatore frettoloso, disattento o poco esperto. Per inciso, Jean ha raggruppato in piccole botti una selezione di questo liquido per commemorare i 100 anni dall'acquisizione di questo monopole. Che meraviglia questo Pucelle. Apogeo di consumazione [2024-2030]

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