Clos des Lambrays grand cru 2017

  • Des Lambrays
  • 2017
  • Grand cru
  • Vinificazione : Vendages entières Vendages entières
  • Vitigno : Pinot noir Pinot noir
Pagamenti sicuri al 100%
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per un'esaustiva descrizione delle peculiarità del climat, rimandiamo il lettore alla sezione dedicata, presente nella pagina della denominazione Morey St Denis. Boris Champy, il nuovo regisseur, ha introiettato le direttive della proprietà (B. Arnault), la quale ha fissato chiari ed ambiziosi nuovi standard di eccellenza da perseguire; vi tranquillizziamo da subito: non consistono in alcuno stravolgimento del protocollo agronomico e di cantina del domaine ed, essenzialmente, sono consistiti in nuove e minuziose analisi del terroir del climat, commissionate per approfondire le attuali reali condizioni e potenzialità del territorio parcellare; ciò, allo scopo, di stringere anche una maggiore empatia con il cru, mediante uno screening approfondito ed attuale del suo status; ciò, nei propositi del domaine, si tradurrà in una maggiore consapevolezza di tutte le peculiarità che attualmente lo caratterizzano. La versione '17 possiede la peculiarità di essere stata vinificata, per il 90 per cento, a grappolo intero, ed aver sostenuto una successiva maturazione in legno piccolo nuovo per il 50 per cento e, per il restante 50, di secondo passaggio; il vino non è stato sottoposto ad alcuna filtrazione ed è stato imbottigliato in stato di luna calante, quando il liquido è risultato maggiormente stabile. Ma veniamo all'analisi sensoriale. L'aspetto cromatico rispecchia quanto ritroviamo al naso: un bouquet piuttosto esuberante, estremamente puro e raffinato, quindi fedele nel restituire l'animus più intimo dell'annata; anche quest'anno non si fa mancare nessuna delle timbriche che lo caratterizzano: un frutto scuro in bella evidenza, note speziate scure, che si avvicendano a percezioni di nuances inconfondibili di natura terrosa, sfumate da una soffusa percezione del legno piccolo; l'ingresso al palato è pregno di frutta scura croccante, frammista a striature di grafite, nonchè di tabacco scuro; l'acidità è tenuta a bada in questo millesimo, ed il corredo tannico, a supporto della beva, mette in scena un sorso già decisamente confortante nel suo raccontare con dovizia il vino, piacevolissimo, figlio di un'annata solare, che abbiamo più volte qualificato con l'aggettivo di "estroversa" nel manifestare le sue skills migliori, giocate su immediatezza gustativa (che non significa compiutezza di percorso evolutivo) e raffinatezza da vendere. Un Clos des Lambrays, insomma, che non necessiterà di un lungo affinamento in vetro per palesare tutto il proprio potenziale; noi lo abbiamo davvero già apprezzato molto solo ad un anno dalla sua uscita, anche se un'affermazione simile, per un grand cru di questo calibro, può sembrare azzardata; un grand cru, vellutato, aperto, accessibile, da consumare senza moderazione e senza ansie da timing ideale di apertura, proprio per la sua capacità peculiare, in questo millesimo, di lasciarsi andare ad una beva di puro piacere senza nascondere molto del proprio "Sè". Insomma, se ancora non è lampante: lo abbiamo apprezzato moltissimo, cosi come tutta l'annata 2017, del resto. Apogeo di consumazione [2020-2027]

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