Romanee St Vivant grand cru 2017

  • De L'Arlot
  • 2017
  • Grand cru
  • Vinificazione : Egrappé/uve diraspate Egrappé/uve diraspate
  • Vitigno : Pinot noir Pinot noir
Pagamenti sicuri al 100%
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9.4 ettari di parcella (di cui 0.25 in proprietà del domaine) tra quelle ammantate dalla maggior componente di mito, all'interno del sacrale perimetro della denominazione di Vosne. E' il più ampio dei grand crus di questa aoc ed anche quello che si eleva meno, trovandosi a circa 250 metri d'altitudine, magnificamente esposto ad est, ed attualmente suddiviso tra dieci proprietari. L'etimologia è medievale e risale alla proprietà del vigneto ad opera del priore di St-Vivant de Vergy. Il terroir vanta suoli in cui la componente ferrosa delle marne a prevalenza argillosa è ben presente, cosparse di qualche elemento pietroso; sotto il manto argilloso pulsa una maestosa piattaforma calcarea di origine giurassica, ora rosa, ora bianco, a seconda della zona. L'animus del climat è il celebre equilibrio delle sue componenti rispetto ai monumenti che gli sono adiacenti, i quali, di regola, spiccano tutti per caratteristiche altisonanti; bilanciamento significa che può apparire, soprattutto in gioventù, meno fiammeggiante dei suoi dirimpettai, ma questa sua caratteristica è la sua forza, perchè lo rende capace di elargire piacere a 360 gradi. Sapidità lussureggiante ed eleganza estrema del bouquet, che abbonda della componente floreale, frutto lascivo ma nella giusta misura; insomma, un vino che si rende intellettuale e femmineo, con i favori del tempo. La vinificazione è tradizionale: dopo una vendemmia manuale, segue la svinatura, rimontaggi e follature ragionati, mentre l'elevage si protrae per 18 mesi in botti di rovere nuove dal 30 ad un 50 per cento. Versione '17 che rende sempre il test di questa categoria di vini emozionante, coinvolgente per i sensi e costringe alla concentrazione ed alla successiva meditazione; componente olfattiva che si lascia leggere sulle note di amarene, gelatine di lamponi lussureggianti, more scure, sentori di violetta; componente fruttata svettante al palato, con un piglio elegante da prima donna, che si adagia sul palato con morbida sicurezza, struttura e densità setosa, che avviluppano una sublime complessità, che l'affinamento declinerà minuziosamente in ogni sua micro componente; che finale, che intensità palpitante, quale profondità; il tutto, amplificato, nella sua radiosità, dalla complicità di un'annata estremamente solare. Emozioni in divenire che si struttureranno in piacere fulgido con adeguata sosta in vetro. Apogeo di consumazione [2025-2033].

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