con i suoi 14 ha di estensione, ubicato a circa 270 metri d'altitudine ed esposto ad est, jean marc ci rammenta come si tratti di uno dei più vetusti cru di chassagne: fu un grande rosso per le comunità ecclesiastiche locali che lo concepirono e ne diffusero la fama. La storia di questo climat è articolata e complessa, perchè pare la sua individuazione sia ascrivibile al VI secolo dopo Cristo e solo la Rivoluzione francese ne polverizzò, in più proprietari, la sua nobile ascendenza. Siamo al cospetto del probabile numero uno tra i rossi di chassagne, che spicca per eleganza estrema e cote unico: un vero privilegio poterlo proporre al nostro pubblico. Versione '17 in cui le viti ultracentenarie di Jean Marc (avete capito bene, oltre 100 anni) hanno dato luogo a 9 barriques in tutto il mondo. Rosso rubino intenso, profondo; naso deflagrante, capace di impressionare, che squaderna fasci d'erba selvatica, muschio, felce, cenni di mineralità iodata ed intense note di fiori a petalo rosso e bacche di mora selvatica; intensità e complessità qui stringono un'alleanza gloriosa; palato che si svela con adeguata ossigenazione, nei suoi tempi, facendo presagire che la materia palpitante di cui è composto il proprio estratto necessiterà di un corretto timing d'affinamento in vetro per rivelare il suo enorme potenziale, ora solo in nuce; frutta rossa, more, ribes, lamponi scuri e grande intensità pulsante della sua corrente minerale, sorretta da adeguata freschezza. Se è vero che la 2017 tende a togliere il velo a molti vini notoriamente complessi, questo millesimo non ha scalfitto la tendenza di questo clos st jean a concedere quanto basta di sè, ora, per anticipare l'alba di un futuro glorioso. Apogeo di consumazione [2022-2028].