

il nome del lieu-dit esprime, in forma dialettale, un diminutivo femminile del nome "Vau". E' un nome che ha una sonorità soft, appropriato per descrivere il terreno leggermente collinare delle due parcelle, che si trovano immediatamente sotto il climat "En Lavaux". Bruno Clair ne possiede 1.58 ha dei 2.66 ha complessivi ed è l'unico a menzionare il nome della parcella in etichetta. Si tratta di un vino che esprime con levità e naturalezza la natura marnosa dei suoli su cui poggia il vigneto. Meno dotato, sotto il profilo della trama tannica e materica, se paragonato ai climats limitrofi, elargisce una piacevolezza di frutto (ribes neri e rossi di bosco) dai tratti unici: godibilissima sin dalla gioventù, ricca, corposa tanto da ricordarne una grondante e fresca gelatina di frutto, di bella complessità aromatica (zafferano, lampone, ciliegia e viola). Si tratta di uno dei climat della AOC Marsannay candidato al passaggio di rango a premier cru. Versione '18, vinificata con l'ausilio del 30 per cento di grappolo intero, che, lo anticipiamo subito, è una delle migliori che ci è mai capitato di testare: l'abbiamo preferita addirittura all'arci-celebrata 2019. Veste rubina lieve, con alone purpureo; il naso è un autentico party per l'olfatto, tanto è dolce, suadente, anche potente, strutturato fittamente di infiniti lamponi in gelatina, dai quali sgomitano note di ribes neri e rossi, e delicate speziature scure; bocca che non lesina in sapidità ma che persuade la memoria di chi lo degusta per la piacevolezza estrema della carnosità del corredo fruttato, per una stratificazione che quest'anno gli riconosciamo addirittura al di sopra dei canoni del suo dna identitario; è già entrato in uno stato di beva eccezionale; un vino da tavola meraviglioso. Annata di grazia questa '18 per questo prodotto. Apogeo di consumazione [2021-2026].
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