quella che è unanimemente riconosciuto come uno dei climat simbolo della denominazione, che dà luogo a vini di singolare completezza, che qualcuno etichetta ancora come in origine, “Theurons”, pare che etimologicamente si rifaccia ad una peculiarità paesaggistica del luogo; la parcella di M. Geoffroy, estesa per 2.5 are, si trova ubicata nel centro del pendio, con esposizione sud-est; il sesto di impianto utilizzato qui è di 10mila piante (potate a guyot) per ettaro, i cui primi ceppi risalgono al 1963 la tessitura del suolo qui è di matrice spiccatamente calcarea, con un minoritario contributo di quote d'argilla e sabbie fini. I Teurons danno luogo notoriamente a vini più raffinati dela media della aoc, di grande equilibrio e che non lesinano in ricchiezza materica. Geoffroy lavora in bio e biodinamico, diraspando interamente, pigeage o remontage praticati una volta al giorno ed elévage condotto in piccoli botti nuove per il 30 per cento, che si protrae per 14 mesi; nessun travaso, chiarifica o filtrazione. Annata 2019 rossa rubino violacea, dotata di un naso caratterizzante molto raffinato, che esplode la spezia scura ed è costellato da aggraziati fiori di campo e violette, che preludono alla sontuosa entrata in scena della componente fruttata, fitta di ribes rossi, neri e mirtilli rossi; bocca suadente, figlia di un millesimo di bella ricchezza d'estratto, che non lesina in tensione e potenza, con meravigliosi dettagli già in evidenza, frutto di una freschezza adeguata a sotenere una corrente torrentizia di ribes neri e rossi; profondità e lunghezza sono striati da una venatura sapida che ne decret un nostro 93 punti di partenza. Geoffroy sale in cattedra, dimostrandosi un magister della denominazione. Apogeo di apertura [2024-2032]