il focus del domaine, centrato sull’immediatezza del riscontro delle caratteristiche generali di questa denominazione (estremamente femminile, elegante, quasi efebica nella sua veste cromatica), è immediatamente evidente in questo prodotto di ingresso della palette di Bertheau. Il suo village è un liquido dallo spettro cromatico del tutto chambolliano, quindi, piuttosto arrendevole alla luce che ne fende lo spessore rubino, flebile e delicato; si tratta di un prodotto che osiamo definire “da manuale” per chi cerca un'autorevole porta di ingresso su chambolle; è, indubbiamente, un vino che sa proporre una dinamica olfattiva e palatale coordinate all'unisono: la timbrica è sempre elegante, ariosa, in cui troneggia un senso magnifico di levità complessiva, dispensatrice di carezzevoli sentori variegati di piccoli frutti selvatici a bacca rossa, tra cui spiccano fragoline mignon, freschissimi lamponi, nonché un sottofondo di spezie orientali e tè; energia e definizione del dettaglio aromatico, paradigmatici e stilosi, mai invasivi, emergono con limpidezza in questo prodotto finto semplice. Il parco vitato di pertinenza, che dà luogo alle uve, si estende per 2.90 ha, e le sue vigne, che vantano 50 anni di età media, poggiano su un suolo costituito da marna a prevalenza spiccatamente calcarea. Peculiarità di vinificazione: la fermentazione alcolica, condotta sia in vasche di acciaio inox che di cemento, si protrae per 14-16 giorni, mentre il successivo elevage perdura 18 mesi, e si svolge all'interno di grandi e vecchie foudres, piuttosto che sulle classiche pieces da 228 litri, utilizzate per il resto della sua produzione. Annata 2020 che abbiamo il piacere di importare in Italia con un tempismo che ci rende onorati (appena post etichettatura bottiglie), che si manifesta di un violaceo scintillante. Naso caleidoscopico, inebriante, che dispiega una raffica di effluvi di chiaro orientamento boschivo, proiettandoci in una macchia primaverile fitta di ribes rossi e neri, fragoline fresche, immerse in un contesto floreale di ampio respiro, preludio di un'annata cinque stelle per questo prodotto; bocca che riconosciamo dall'incipit gustativo tutta di marca Bertheau, con quel tipico nitore da chambolle lussuosa e classica che stordisce la nostra determinazione a restare immuni da componenti emotive che possano condizionare la degustazione e quindi la valutazione tecnica del millesimo in questione; ma appare davvero operazione ardua quest'anno. L'incedere palatale è, infatti, talmente armonioso, succoso, fresco, ricco di frutti boschivi, che la scodata salina che ci arriva addosso, fa impennare i decibel del frutto ed il piacere tannico, che dipana dalla fittissima trama sottile che ci veste la lingua. Il finale è un assolo di ribes rosso, che sfuma rarefandosi in retrolfatto. Francois è un artigiano di rara qualità e quest'anno ha inscenato un piccolo capolavoro. Apogeo di apertura [2023-2030]