Remy può vantare di essere l'ottavo proprietario di questo prezioso cru per estensione di terreno detenuta: infatti, degli attuali undici proprietari, il domaine vanta il possesso di 0.40 ha. Il Latricières è notoriamente un climat precoce e ventoso: è scandito da un perimetro rettangolare, posto sotto la celebre e minuta Combe Grisard. I suoli che lo caratterizzano presentano caratteristiche distinte a seconda dell'area considerata, alternando argille sottili a faglie di calcare molto coriaceo; la coesistenza di anime tanto contrapposte genera una complessità geologica che lo rende un vino prodigioso, dal profilo olfattivo estremamente sfaccettato e della complessità gusto-olfattiva di rara bellezza. Annata '20 prodotta in sole 3 barrique, che abbiamo trovato squisitamente accattivante, perchè caratterizzata da un'incredibile generosità di toni e semitoni complessivi; il naso fluttua, ondeggiando su nuance allettanti di ciliegia scura, fragoline boschive, susine selvatiche, graffiati dalla sua ben nota timbrica minerale, dall'intensità pulsante, definita e caratterizzante; ingresso palatale in cui incede imperioso un frutto scuro, maturo e succoso, che porta in dote un estratto ricchissimo di suggestioni e rimandi fruttati, dai quali emergono cassis e mirtilli neri. Che energia formidabile scaturisce da questo sorso, scandito, nei minimi dettagli, da un'enfasi territoriale come pochi, e timonato da una corrente sapida che avviluppa il frutto, lo cinge in un abbraccio per poi deporlo su aggraziati tannini saporosi, che marcano il sorso; il finale sembra rilanciare ulteriori fiches sul piatto della golosità del frutto, tambureggiando persistenza, in un contesto comunque di discreta giovanile austerità; vino che non difetta certamente di verve materica ed una buona muscolosità nella sua postura complessiva. Very latricières, quest'anno. Potenziale ampissimo, da affidare alle sapienti cure del tempo. Apogeo di consumazione [2025-2033]