si tratta di un prodotto iniziatico nel panorama legislativo/qualitativo della classificazione, a 4 gradini, dei vini di Cote d'Or, cuore pulsante e maggiormente reputato tra le 5 sub-regioni che costituiscono la Borgogna viticola; in particolare, quello che rappresenta il primo di essi, la c.d. “appellazione regionale”, denominato, sino a qualche anno fa (nella versione en rouge), ”Bourgogne pinot noir”, oggi reca un'altra dicitura in etichetta: “Bourgogne Cote d'or”. Degustato al domaine dal nostro team per primo in sede di testing del millesimo, a discapito di quanto lecitamente ci attendevamo, questo vino ha palesato un appeal in grado di suscitare un particolare interesse: addirittura ha avuto l'ardire di destabilizzare qualche gerarchia consolidata, mettendo in leggero imbarazzo la risonanza di più di qualche 1er cru della palette Remy, degustati successivamente. Lo sforzo prodigato da Florian su questo prodotto lo reputiamo significativo e particolarmente apprezzabile; se per questo primo step qualitativo ci si attendono sempre tratti piuttosto eterei, dal tratteggio gustativo sfumato e comunque senza particolare peso specifico a centro bocca, insomma un pinot noir dalla personalità mignon, questo prodotto nasce per riposizionare l'asticella del piacere enoico; insomma, qui si fa sul serio: questo missaggio di uve, provenienti per lo più da parchi vitati ubicati tra i luoghi più freschi del comune, ricchi di suoli marnosi a prevalenza calcarea, possiede davvero l'animus di un pinot noir di razza, degno ambasciatore di un segmento blasonato di Cote de Nuits come il village di Morey St Denis. Annata '20 che non risparmia uno sbuffo di forte personalità sin dall'incipit, ed inebria al primo contatto, spandendo generosamente sentori di petali di rosa rossa molto intensi, spezie sottili scure e poi un corredo fruttato declinato sul ribes rosso e fragoline boschive; il tutto è destinato a costituire un preludio ad una gustativa concepita per appagare il tessuto papillare; in bocca, infatti, è delizioso, esibisce una scorrevolezza dinamica tratteggiata da un estratto sensuale, dannatamente piacevole, corposo, dai tannini soffici, corroborato da una freschezza adeguata e, soprattutto, viscere estrattive dalla spiccata ascendenza minerale; il tutto, pur restando fieramente un peso welter della categoria. Insomma, un “all in one” che ci ha spiazzato per la schietta, inaspettata ed estrema piacevolezza. Apogeo di consumazione [2023-2028]