Meursault 1er cru Genevrieres 2016

Pagamenti sicuri al 100%

parcella notoriamente reputata tra quelle da pole position su questa AOC. Sono 0.54 gli ettari del parco vitato d'appannaggio dei Joabard, che vantano impianti di età media di 30 anni, dei quali, i primi, risalgono agli anni '70. Gli esaltanti "Genevrieres" devono la fama del loro terroir, per buona parte, alla splendida tessitura granulometrica dei terreni che li contraddistinguono: si tratta di terreni molto sottili, con una fitta presenza di sassi in superficie ed uno sostrato calcareo imponente nell'immediato sottosuolo. In questo angolo di paradiso enoico, ritroviamo moltissimo di tutto ciò che può affascinare di un Meursault di razza: il carattere tridimensionale del suo dna gusto-olfattivo, costituito dalla fitta presenza del frutto agrumato, la delicata florealità bianca, una mineralità (qui si può scomodare serenamente questa accezione) di grande e lasciva scorrevolezza; il tutto, in un contesto di poetica noblesse e raffinatezza. Millesimo 2016: complice l'annata (che ha gelato il 20 per cento del raccolto della parcella di Antoine e che ha determinato la perdita media del 30 per cento su tutti i suoi 1er cru), abbiamo trovato questo elegantissimo prodotto già in discreto stato di equilibrio e bilanciamento complessivo delle proprie componenti, considerata la naturale ritrosia che, invece, contraddistingue mediamente i vini provenienti da questo climat, che richiedono sempre tempo per centrare la quadra ottimale; sicuramente, le rese molto basse di questa annata hanno concorso a determinarne questa peculiarità, cosi come l'ottima maturità fenologica raggiunta dalle uve in questo millesimo, contraddistinto, sul finire dell'estate, da un sole imponente e determinante. Le evocazioni cromatiche sono nettamente da giallo paglierino tutt'altro che scarico, mentre, le frequenze sulle quali è sintonizzato il profilo olfattivo virano decisamente verso la percezione di frutta decisamente a polpa gialla: sorrette da un letto di erbe di caprifoglio, tè verde, gardenia e menta fresca, dal quale zampillano note di prugna chiara, di mandarino, pera ed una piacevole scodata di ananas; ingresso contraddistinto dalla celeberrima nota sapida (meno presente al naso), intrecciata a percezioni di pepe bianco e piccoli mandarini; il sorso è letteralmente trascinante, vibrante, e conduce, senza tentennare, ad una lunghezza di sorso che evoca nettamente il dna della matrice dei suoli. Grandissimo ora, lo vaticiniamo immenso dopo adeguata sosta in vetro. Apogeo di consumazione [2022-2030].