il climat Cailleret rappresenta la naturale prosecuzione, verso nord, del Le Montrachet, e gode di fama apicale tra i premier cru della denominazione. Il Clos di Chartron (di cui 0.85 ha sono stati ceduti al domaine De Montille e 0.13 ha al domaine M. Bouzereau nel 1993), posto a circa 260 mt d'altitudine, al centro del grande rettangolo che rappresenta l'estensione totale dei Cailleret (3.33 ha), si estende per 99 a e 25 ca e vanta i primi impianti risalenti al 1944. La stoffa di questo vino paga dazio al celeberrimo Montrachet non in termini di eleganza, grip, verve a centrobocca, e nemmeno in termini di complessivo splendido bilanciamento tra le sue componenti, ma, soprattutto, per la non medesima capacità di affinare con la stessa tenacia e cangianza espressiva (proprietà unica del Montrachet) nel lunghissimo periodo; detto questo, l'allungo espressivo di questo 1er cru rappresenta l'elite su Puligny tra i 1er cru. Il terroir presenta una marna a prevalenza argillosa, dalla verve cromatica aranciata piuttosto vivida, e da una distesa compatta di piccoli ciottoli. Versione 2016 di sobria classe, come nelle corde di questo climat in monopolio, nelle annate speciali; spande, al naso, diffuse note di pesca freschissima, vivaci toni floreali in mazzi di piccoli fiori selvatici, e sbuffi sapidi di piccoli ciottoli di fiume; è proprio la sua anima sapida a scolpire, come un laser, la verticalità del sorso, ora, in questa fase giovanile, in via di scrollarsi di dosso un rovere comunque splendidamente addomesticato ed armonizzato alla classe del contesto gustativo; estratto pieno, appagante, in via di sviluppo, foderata da una tessitura che richiama il miele di acacia, rimandi di nocciola bianca e delicatamente agrumati. Finale teso e lunghissimo. Su Puligny è difficile ambire ad espressività più ambite tra i 1er cru, contraddistinte da una specificità ulteriore, come solo il Clos du Cailleret di Chartron può elargire. Apogeo di consumazione: [2022-2025]