Clos des Lambrays grand cru 2019

  • Des Lambrays
  • 2019
  • Grand cru
  • Vinificazione : Vendages entières Vendages entières
  • Vitigno : Pinot noir Pinot noir
  • 2021-12-22
550,00 €

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per un'esaustiva descrizione delle peculiarità del climat, rimandiamo il lettore alla sezione espressamente dedicata, presente nella pagina della denominazione di Morey St Denis. La novità maggiore degli ultimi due anni, lo ricordiamo ai nostri utenti, è stato il cambio del regisseur storico dell'azienda. Le nuove maestranze si sono calate immediatamente nell'atmosfera e filosofia pregne di storia del domaine, introiettando le precise direttive impartite dalla proprietà. M. B. Arnault, infatti, ha fissato chiari ed ambiziosi nuovi standard di eccellenza da perseguire; i quali (vi tranquillizziamo da subito) non consistono in alcuno stravolgimento del protocollo agronomico e di cantina del domaine: essenzialmente, le direttive sono consistite nella richiesta di nuove, aggiornate e dettagliate analisi delle condizioni attuali in cui versa il terroir del celebre “cru”, commissionate allo scopo di attualizzare la valorizzazione del terroir, per stringere una maggiore empatia con questo mitico “cru”. Ricordiamo che, a partire dal millesimo '18, il domaine tratterrà presso le proprie caves di affinamento, sempre circa il 10 per cento della produzione, per riproporla al mercato in un secondo momento. La versione '19 è stata da noi degustata dapprima nelle sue parcelle costituenti, quindi in modo separato, e, successivamente, nel suo blend finale (13.6 gradi). In questa annata la percentuale di vinificazione a grappolo intero ha toccato l'80 per cento ed è stata elevata in rovere nuovo al 60 per cento, percentuale, quest'ultima, un po' più alta rispetto alle versione passate, ed in legni con grado di tostatura molto leggera, provenienti da altri fornitori rispetto alle mitiche “tonnellerie Francois Frères” di St Romain (sino ad oggi unico fornitore ufficiale). Veste cromatica che pulsa un viola cremisi luminescente; profilo olfattivo intenso, che richiede aerazione, dalla quale decollano effluvi spregiudicati di calcare in polvere, grafite, pepe bianco e tabacco, tisana alle erbe, essenze di fiori di iris, rose macerate, cacao amaro, arancia rossa, una tenue carezza boise, i quali lasciano spazio ad un incedere maestoso di un frutto scuro, esplosivo, che tratteggia la prugna scura, le more nere ed una ciliegia matura; infine, emerge da questo contesto estremamente sfaccettato anche uno sbuffo di argilla scura; l'ingresso palatale è corposo, vellutato, stratificato, multidimensionale, dal cuore carnoso, che stilla generosi rimandi di ciliegia e mora scure, sostenute un corredo tannico che si dispiega su più livelli di soffice, palpabile, approdo fruttato; la corrente fruttata è coadiuvata da una sapidità dalla personalità trainante, che prende sotto braccio una freschezza decisamente viva in questo millesimo; il sorso, infine, si inabissa con una saporosità, un'eleganza estrattiva e, soprattutto, una persistenza decisamente più echeggiante rispetto alle ultime annate. Un adeguato affinamento, lo crediamo fermamente, renderà questa versione memorabile. 96 i punti di partenza che gli attribuiamo. Apogeo di consumazione [2026-2035]

Il clos des Lambays si estende per 8.8 ha totali e chi ne impedisce il regime di monopole al "domaine Des Lambrays" sono i 430 metri quadri in foto, di pertinenza del "domaine Taupenot Merme"