Savigny Les Beaune 1er cru Les Lavieres 2019

  • Chandon de Briailles
  • 2019
  • Premier cru
  • Vinificazione : Vendages entières Vendages entières
  • Vitigno : Pinot noir Pinot noir
79,00 €

Iva inclusa

Pagamenti sicuri al 100%
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il cru dei “Lavieres” è il 1er più esteso della denominazione (17.66 ha). Rappresenta un autentico centro nevralgico elitario nello scacchiere di Savigny: è costituito da due lieux-dits di altissimo rango reputazionale nella aoc: i “Les Charnières” ed i “Petits Godeaux”. L'esposizione del climat è a sud-est. I suoli rappresentano la cartina di tornasole che ne attesta la sua rinomata complessità ed il suo valore: nel suolo è rinvenibile calcare molto duro, le c.d. “laves”, cioè lastre marnose calcaree (un tempo utilizzate per le tegole dei tetti) frammiste ad argille brune molto fini. Il vino ottenuto da questo speciale terroir è nato per sfidare il tempo, ma possiede l'attitudine anche di svelare il suo alto tasso di piacevolezza già nel medio periodo. Gli spunti aromatici più caratterizzanti sono gli effluvi di lavanda e molteplici stratificazioni di minuti frutti di bosco, nonché la presenza di una luminosa mineralità, che rappresenta l'autentica matrice del climat. La contessa de Nicolay ne commercializza pochi esemplari e vanta il pregio di disporre di un parco vitato ultra cinquantennale, che insiste sull'area più nobile del climat, posta al centro di un pendio. Annata '19 che M.me Claude lavora, da un punto di vista agronomico, in regime bio e biodinamico, con il plus costituito dalla “non aggiunta di solfiti”; circostanza, quest'ultima, certificata dall'utilizzo della gommalacca sul tappo di ciascuna bottiglia; la fermentazione è spontanea, con alta percentuale di utilizzo di grappolo intero; l'affinamento avviene in barrique nuove al 20 per cento. Versato, si palesa rosso rubino scintillante; il profilo olfattivo, che sprigiona subito il dna del cru, è particolarmente intenso: scintilla di classe pulsante, grazie alla cospicua quota di calcare in missaggio con la roccia madre; roteando il calice, infatti, si apprezza immediatamente la sua intensa e vigorosa venatura minerale (termine spesso abusato impropriamente, ma qui più che mai pertinente), pregna di rimandi floreali di peonia, foglie di sassofrasso, petali di rose rosse, violetta e spezie dolci; bocca dal peso medio, morbida e avvincente grazie alle vestigia sottili del corredo tannico, dal sorso ampio ed avvolgente, vellutato (estrazione delicatissima, approntata con il sapiente utilizzo della pressa verticale di casa) e profondo (le vecchie viti si percepiscono ed esaltano la qualità dell'estratto); il tutto, veicola un tambureggiante avvicendarsi di fragoline di bosco e mirtilli; il sorso è attraversato da una tartarica che non manca di sostenerlo e che lo accompagna alle porte di una pai che si distende lungamente. Prodotto che non potevamo ignorare nella onirica palette di vini di M.me De Nicolay: l'alta borghesia di Savigny è servita: siamo contenti di potervela sottoporre. Ora vale i 94 punti. Apogeo di consumazione [2023-2030]

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