etimologicamente riporta alla preesistenza nell'area di una "riserva di caccia perimetrata da un recinto"; si tratta di un climat di 9.87 ha complessivi, posto a nord della aoc, puntando in direzione St. Aubin (pendio prossimo a "Hameau de Blagny"), ed ubicato alle pendici più alte di Puligny, a circa 360 mt, e poggia su terreni ricchi di scheletro, sassosi e poveri. Si tratta di una parcella storicamente tra le più interessanti della denominazione, che dà luogo a vini contraddistinti da una raffinata componente agrumata, che si riverbera, in particolare, a livello di gustativa, corroborata sempre da bella freschezza per la sua posizione nordista, che si segnala sovente per la cilindrata della volumetria complessiva del sorso, davvero di grande personalità. I Sauzet ne possiedono un piccolo lotto, che coltivano in regime bio e biodinamico. Versione '19 elevata in legno piccolo nuovo per il 10 per cento, gialla paglierina vivida; naso austero e promettente, dapprima solcato da una coltre di polvere di sali e rocce frantumate, che fanno da preludio ad un torrentizio frutto agrumato estivo, in cui svettano note di pera, menta, anche nuances floreali bianche, in una commistione davvero scintillante per decibel espressivi, grazie all'annata; in bocca il frutto si adagia addirittura cremoso e vellutato su un letto sapido, sostenuto da una rinfrescante tartarica. Finale che non tradisce le attese. Profilo estremamente gourmand ed espressivo per questo Garenne '19, davvero di grande profondità, spessore e ricchezza. Apogeo di consumazione [2024-2029].