parte della critica internazionale più autorevole si innamorò di questo vino, quando questi era prodotto dal padre Pierre, e fu a tal punto incensato che fu considerato (a partire dal 1989), per lustri, superiore alle espressioni realizzate in bottiglia da alcuni domaines tra i più altisonanti di Chambolle (vedi Comte de Vouge) ed almeno alla pari con le creature enoiche di Jacques-Frédéric Mugnier. Esimendoci dallo sbilanciarci su giudizi di merito circa le vecchie annate, almeno per quanto concerne i nostri più recenti assaggi, ci limitiamo a constatare che l’apice qualitativo del domaine è probabilmente d’appannaggio di questo vino, prodotto da un vigneto di 0.34 ha, che poggia su terre rosse, ben note agli appassionati di questo singola climat. La parcella di pertinenza del domaine trae giovamento dal missaggio di piece di lotti in proprietà del domaine situati sia nelle terre rosse che in quelle bianche, ubicandosi a cavallo della diagonale che divide idealmente le due tipologie di sottosuolo di questo climat: il connubio di questo fascinoso amalgama è davvero in grado di esprimere con compiutezza e precisione tutto ciò che è lecito attendersi da un “Bonnes Mares” di razza. Annata 2020 dalla reperibilità decisamente ardua, che scintilla rubino-violacea nei nostri piccoli calici da degustazione. Che dire di questo liquido: quando arrivi al grand cru di Francois, sai che quest'ultimo è destinato a disintegrare tutta l'eccitazione accumulata dagli assaggi precedenti, perchè qui siamo al cospetto di un prodotto che possiede un'anima ed un'aura eccelsi. Naso struggente, femminile (a discapito di chi reputa che il dark side di questo climat condizioni l'anima gentile di questa benedizione enoica), sul quale sostiamo minuti in adorazione, immersi in effluvi di cera ed incenso, spezie scuro delicatissime e piccanti, fiori sgargianti, tra cui spiccano iris e violetta ed un incedere sontuoso di mirtilli rossi e more nere, scavallati da fragoline incessanti; bocca la cui componente estrattiva costituisce la carta di identità di questo capolavoro che chiede strada ma che già ora è in grado di stordire con le sue abissali profondità, fitte di frutti di bosco, scapigliati da una corrente tartarica che fa scintillare le papille e le inchioda al bonus di mineralità che le attende sul finale, che esalta i decibel del frutto senza risparmiare stupore. Ammutoliamo e prendiamo atto di cosa sia un Bonnes Mares di scintillate fattura, agevolato da un viticoltore che persevera nel donarci emozioni e ci costringe e ridisegnare l'imprinting della denominazione, ogni volta. Anche se ora è già monstre, è bene resistergli e concedergli un timing necessario a donarsi senza alcuna riserva. Apogeo di consumazione [2027-2040]