Les Rugiens-Bas è uno dei vigneti primizia e più pregiati di Pommard; con i climats degli "Epenots", è considerato, all'unanimità, degno dello status di un grand cru; il climat è tutto giocato sulla finezza della sua, seppur potente, struttura, sulla profondità e la pulizia del sorso; la parcella si trova sul lato sud del comune di Pommard, e copre una lunga e sottile striscia di terra, che si estende quasi al confine comunale con Volnay. "Les Rugiens Bas" è, evidentemente, una porizione del più ampio lieu-dit dei "Rugiens", che comprende, nella collina soprastante, il climat dei "Les Rugiens-Haut". Come per il climat degli "Epenots", i vini miscelati da questi due climats possono essere chiamati "Rugiens", ma "Les Rugiens Bas" è considerato da molti il più ricco di dettagli tra i due e, spesso, è etichettato separatamente. Il climat è felicemente esposto a sud-est e gode mediamente della luce del sole per gran parte della giornata diurna; ciò genera un microclima favorevole, che consente alle uve, anche nelle annate meno calde, il tempo di raggiungere la piena maturazione fenolica. La struttura muscolare del vino è spesso attribuita al contenuto di ferro di cui è ricco il suolo in quest'area, il quale è evidente sin dall'intenso e lucente colore rosso dei pinot noir ivi prodotti; il nome Rugiens è proprio una diretta conseguenza di questa peculiarità; questo terreno, di matrice rocciosa, è costituito da una solida vena calcarea ed offre un buon drenaggio; le vigne devono lavorare duramente qui per trovare nutrimento ed idratazione, e ciò contribuisce a frenare sia il vigore, che la resa delle viti; tali piccole bacche, di alta qualità espressiva, sono destinate a produrre vini dotati di una certa concentrazione; la versione ’14 è stata vinificata per un terzo a grappolo intero ed elevata su piece nuove al 40 per cento; naso impregnato di inebrianti spezie scure orientali ed un cote boschivo, dal quale spiccano nette e profonde nuances di ciliegia nera matura; struttura tridimensionale nel suo incedere al palato, profondissimo, abissale, sontuoso; annata che toglie il velo sull'anima più dionisiaca del climat, e ne manifesta, con pienezza, tutte le accezioni che gli sono più proprie.