Romanee St Vivant grand cru 2020

  • De L'Arlot
  • 2020
  • Grand cru
  • Vinificazione : Vendages entières Vendages entières
  • Vitigno : Pinot noir Pinot noir
620,00 €

Iva inclusa

warning TERMINATO: annata 2022 in verifica di riapprovvigionamento per l'inverno 2024

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il cru si estende per 9.4 ha, di cui 0.25 in proprietà del domaine dal 1973; appartiene alla genìa dei top climats, quelli cosparsi di mito sino al midollo, grazie alla sua felice ubicazione all'interno del sacrale perimetro della denominazione di Vosne-Romanee (una sola minuta stradina lo separa dal Romanée Conti). E' il più ampio dei grand crus di questa aoc ed anche quello meno elevato, trovandosi a circa 250 metri d'altitudine, magnificamente esposto ad est, ed attualmente suddiviso tra dieci proprietari. L'etimologia è medievale e risale alla proprietà del vigneto ad opera del priore di St-Vivant de Vergy. Il terroir vanta suoli in cui la componente ferrosa delle marne a prevalenza argillosa è ben presente, ed è cosparsa da qualche elemento pietroso. Sotto il manto argilloso pulsa una maestosa piattaforma calcarea di origine giurassica, ora rosa, ora bianca, a seconda della zona. L'animus del climat è rappresentato dall'esuberanza olfattiva e dal magico equilibrio di tutte le sue componenti, rispetto ai monumenti che gli sono adiacenti, i quali, solo invece soliti spiccare (ad eccezione della Romanée Conti) tutti per una o più caratteristiche che debordano sulle altre; bilanciato quindi perchè appare, soprattutto in gioventù, meno fiammeggiante dei suoi dirimpettai, ma questa sua caratteristica rappresenta il suo punto di forza, perché lo rende capace di elargire piacere a 360 gradi. Celebre per l'eleganza estrema del suo bouquet, surclassato dalla componente floreale, per la sapidità caratteriale ed un frutto sempre composto e goloso; insomma tutto senza alcun eccesso o ridondanza; un vino che definiremmo profondamente intellettuale e femmineo. La vinificazione condotta dal domaine è di stampo tradizionale: dopo una vendemmia manuale, segue la svinatura, rimontaggi e follature ragionati, mentre l'elevage si protrae per 18 mesi in botti di rovere nuove dal 30 al 50 per cento; di questo vino ne vengono mediamente prodotte 3 barrique. Annata '20 che rasenta da vicino i 97 punti, vinificato per il 90 per cento a grappolo intero; veste rubino porpora lucente; naso impattante, da sbrogliare con pazienza in questa fase, ma sul quale abbiamo trascorso minuti interminabili: inebrianti tratti fumè e legno tenero attecchiscono su nuances di amarena e lampone, portate in palmo da un connubio floreale straordinario, declinato sulla violetta e la peonia, entrambi velati da cenni di rosmarino. Quanta eleganza può dispensare un bouquet. Bocca intensa, freschissima, complessa e profondamente minerale, calibrata da una tartarica superba, ed una concentrazione di frutto multidimensionale, di estrema grazia e compattezza; insomma, autentico aplombe da noblesse enoica; la succulenza dei tannini è da encomio, come il finale, che echeggia prodigioso, sterzando improvvisamente, per aprire nuovi abissi sensoriali, fitti di spezie, in particolare cardamomo e capsaicina. Già plurimedagliato, quest'anno ha superato sé stesso. Apogeo di consumazione [2027-2040]

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