

gli “Chenevottes” rappresentano una parcella ubicata all'ingresso della Combe di St Aubin, esteso per 11 ha, e suddivisa in tre lieux-dits: “les chenevottes”, “Les Bondues” e “Les Commes”. Etimologicamente, deriva il suo nome dalla parola "cheneve", che significa "canapa" in francese antico, ed indica che, al posto di questa vigna, un tempo, insisteva un vecchio campo, adibito alla sua coltivazione. Il climat, sempre asciutto perchè ventoso, svetta nella sommità del pendio che guarda, dall'alto, in modo ossequioso, il Grand Cru Montrachet, nel contesto di una zona pianeggiante, contraddistinta da marne profonde di natura argillosa. Il vino degli Chenevottes è notoriamente profumato, dal caratteristico sentore di fossili sbriciolati e dalla piena leggibilità solo dopo qualche anno di sosta in vetro. Annata '20 gialla paglierina intensa; naso fresco, siliceo, in cui il primo palcoscenico è appannaggio di polvere di fossili marini, una leggera carezza di rovere (nuovo al 20 per cento), lime, fiori bianchi e la comparsa discreta di agrumi a polpa gialla; bocca che non difetta in ricchezza di suggestioni, ma sempre in un contesto di grande equilibrio, sul quale insistono nuances fruttate di mela e pere fresche, che svelano un sorso fresco, tagliente, e di bella chiusura salina (pietre di fiume). Un vino che non delude mai, a patto di concedergli qualche anno per permettere alla sua intima natura di uscire integralmente allo scoperto e, letteralmente, ostentare il terroir di cui è autorevole portabandiera. Uno degli “Chenevottes” migliori in bianco testati da noi su tutta la denominazione. Apogeo di consumazione [2025-2033]
Altri vini del domaineJean Marc Pillot